Scoprire la vera origine dei Tarocchi è davvero impossibile.
Alcune fonti ne rivelano la presenza fin agli antichi Egizi, Court de Gebelin sosteneva gli Arcani Maggiori o Trionfi erano i resti di un antico testo “il Libro dei Thoth”, che si salvò dal devastante incendio dei templi in Egitto (anche se non c’è fondamento storico certo per questa notizia). Per altri ricercatori la parola Tarocco avrebbe radici egizie derivando dal termine “tarosh” che significherebbe strada reale della vita. Altri studiosi ancora hanno evidenziato come sarebbero presenti molte analogie anche con le culture orientali e gitane.
La verità è che ci sono moltissime teorie in merito ed i riferimenti storici più attendibili li troviamo dal medioevo in poi, perché in quell’epoca sono stati ritrovati documenti che ne proibivano l’utilizzo. Il fatto che molte culture, anche molto distanti fra loro, abbiano usato mezzi divinatori molto simili può essere ricondotto dalla naturale esigenza che l’uomo ha sempre manifestato nel cercare delle risposte, su tutti i campi della vita materiale quanto spirituale.
Nei Tarocchi si utilizzano delle immagini perché questa forma di comunicazione è immediata. Un simbolo rievoca, attraverso il modo in cui è costruito, significati e concetti che non possono essere alterati dal ragionamento; esso entra in contatto diretto con la parte istintiva di noi. I Tarocchi sono un mezzo di unione tra il cielo e la terra, e rappresentano tutte le fasi della vita dell’uomo e con essi tutti i risvolti che ne derivano. In epoche lontane erano considerati come un mezzo di aiuto e ispirazione.
Altre fonti ancora sostengono che essi siano stati costruiti per tramandare dei messaggi segreti tra Alchimisti ed Esoterici, infatti la loro costruzione ne prevede principi, regole, simboli colori fissi e importanti tra loro. Ogni epoca li ha arricchiti di particolari nuovi e molto sofisticati, che ai più non raccontano molto; essi rispondono con un messaggio in riferimento alla vita comune quotidiana, ma per lo studioso attento essi possono svelare segreti per poter arrivare alla Verità nel senso più perfetto e completo del termine.
Non si riesce neanche a stabilire con chiarezza le fasi da cui deriva il numero attuale di 78 Lame, cioè 22 Arcani Maggiori e 52 Arcani Minori. Si ritiene però che all’inizio fossero due mazzi distinti e che con le varie influenze esoteriche, culturali e commerciali di quel tempo, si sia giunti alla loro attuale struttura.
Per molti esoterici ed esperti del settore, nei 22 Arcani Maggiori si trovano le connessioni con le 22 lettere ebraiche, mentre per altri, con i 22 sentieri dell’Albero della Vita. Alcuni sostengono, invece, che attraverso i Tarocchi si possa ottenere addirittura l’intera chiave di lettura della Kabbala.
Sono molte sono le correnti di pensiero che studiano le varie influenze e i vari messaggi celati nei Tarocchi e non è da escluderne nessuna ,perché ogni disciplina è degna di grande rispetto. E’ da osservare come ognuna di queste filosofie abbia sempre lo stesso comune denominatore cioè e il percorso evolutivo spirituale dell’uomo e che, se ognuno procede attraverso la filosofia e la disciplina più idonea al luogo e alla cultura e alla propria natura, sicuramente potrà arrivare alla comprensione di molti di quei segreti che danno accesso alla comprensione del proprio Se superiore.
Uno dei mazzi più antichi pervenuti sono “I Tarocchi Visconti di Modrone”, conservati oggi nella Biblioteca dell’Università di Yale, negli Stati Uniti d’America e poi “il mazzo Brembilla” che è proprietà della Pinacoteca di Milano.
Altro mazzo ancora molto utilizzato sono i così detti “Tarocchi di Marsiglia”; son il mazzo standard francese da cui derivano molti altri mazzi successivi. La variante a noi più nota, che fu adottata in questo mazzo, è la carta della Papessa, che ha generato discussioni a causa della rappresentazione di un papa femmina (Maifreda da Pirovano,che veniva chiamata Papessa dai suoi seguaci e diede ispirazione a questa carta). In una delle varianti dei Tarocchi marsigliesi detti Tarocchi svizzeri il Papa e la Papessa furono sostituiti rispettivamente da Giunone con il suo pavone e Giove con la sua aquila.
Per quanto riguarda un tempo più recente, ricordiamo il Oswald Wirth (1860-1943) che studiò in modo molto profondo i Tarocchi e le simbologie esoteriche racchiuse in essi; ne ridisegnò inoltre il mazzo. Lui sosteneva che “… attraverso un mazzo di Tarocchi si riesce a far parlare i simboli; essi superano in eloquenza qualsiasi discorso, poichè permettono di ritrovare la parola perduta… i Simboli ci rivelano poeticamente concezioni troppo eteree che non possono prestarsi alla determinazione troppo ristretta delle parole…vi sono cose sottili che bisogna sentire oltre la schiavitù delle parole…”(cit Oswald Wirth).
Altro contemporaneo molto importante che creò il proprio mazzo di Tarocchi fu “Rider Waite”(1857-1942), che, come sua interpretazione personale invertì il numero di due Arcani la Forza con la Giustizia. Dal punto di vista simbolico questi Tarocchi sono pregni di riferimenti, anche al ciclo del Graal e alla letteratura Rosacrociana. Lo studio del Tarocco, dice Waite, va approfondito individualmente:” La “Verità” che viene detta dai tarocchi è frutto di combinazioni delle figure e dalla loro posizione dove lo studioso, attraverso la propria mente, dovrà manipolare queste combinazioni in modo da riproporre un insieme di messaggi coerenti con il caso preso in analisi o con il problema che affligge lo studioso stesso.” Questo modo di vedere del Waite scatenò l’interesse di molti creatori di Tarocchi, i quali iniziarono ad utilizzare i suoi insegnamenti per costruire il loro mazzi.
Altro occultista contemporaneo fu Alaister Crowley (1875-1947) che però reinterpretò il mazzo di tarocchi in modo molto personale. Egli era molto vicino agli studi di magia nera e creò una sua scuola iniziatica ed un suo percorso esoterico; influenzò questa disciplina che però ne stravolse molto il significato classico.